lunedì 26 marzo 2012

Radu Mihaileanu


Un piccolo villaggio del Marocco, ai piedi di una immensa e spettacolare montagna, case basse, povere, prive di elettricità e… di acqua. Tocca alle donne andare a prendere l’acqua, recarsi ad una fontana lontana dal villaggio, con secchi barcollanti su un bastone caricato sulle spalle. E le donne soccombono a questo servizio massacrante, spesso abortiscono per lo sforzo e per cadute rovinose. Radu Mihaileanu ritorna a raccontare le emarginazioni sociali, i diritti negati in un condiviso relativismo culturale, gli abusi e le violenze. Melodramma satirico e divertente, “La sorgente dell’amore” è un affresco entusiasmante di una cultura, quella marocchina, dipinta tra i costumi locali delle donne, che usano il canto come protesta e la danza come forma di affermazione della propria identità di genere. Queste donne scoprono di avere un potere e decidono di farlo valere. Praticano lo sciopero “dell’amore” operando una vera e propria rivoluzione culturale, per la conquista di quei diritti che le affermano come soggetti e non oggetti di proprietà di padri, fratelli e mariti. Realistico e delicato, come è il cinema di Radu Mihaileanu, è un film da non perdere.